Provincia di Sondrio

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Provincia di Sondrio
provincia montana di confine[1]
Provincia di Sondrio – Stemma
Provincia di Sondrio – Bandiera
Provincia di Sondrio – Veduta
Provincia di Sondrio – Veduta
Palazzo del Governo, sede della provincia
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Amministrazione
CapoluogoSondrio
PresidenteDavide Menegola (eletto) (indipendente) dal 30-1-2023
Data di istituzione1815
Territorio
Coordinate
del capoluogo
46°10′11″N 9°52′12″E / 46.169722°N 9.87°E46.169722; 9.87 (Provincia di Sondrio)
Superficie3 195,76 km²
Abitanti178 948[2] (31-12-2023)
Densità56 ab./km²
Comuni77 comuni
Province confinantiBergamo, Bolzano, Brescia, Como, Lecco, Trento, Canton Grigioni (CH-GR)
Altre informazioni
Cod. postale23100, 23010-23041
Prefisso0342, 0343
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2IT-SO
Codice ISTAT014
TargaSO
Cartografia
Provincia di Sondrio – Localizzazione
Provincia di Sondrio – Localizzazione
Provincia di Sondrio – Mappa
Provincia di Sondrio – Mappa
Sito istituzionale

La provincia di Sondrio è una provincia italiana della Lombardia di 178 948 abitanti[2].

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

La provincia di Sondrio è composta da un territorio prevalentemente montuoso solcato da valli che si estendono principalmente per via longitudinale; le principali sono la Valtellina e la Valchiavenna. Racchiude in sé le montagne più elevate della Lombardia appartenenti alle Alpi Retiche ed è una provincia molto estesa, che comprende comuni di alta montagna come ad esempio Livigno, posto a quasi 2000 m di quota. A nord e a ovest la provincia di Sondrio confina con la Svizzera (Canton Grigioni), a ovest con la provincia di Como e la provincia di Lecco, a sud con la provincia di Bergamo e a est con la provincia di Brescia e con il Trentino-Alto Adige (provincia autonoma di Trento e provincia autonoma di Bolzano).

La provincia di Sondrio ha la distinzione di essere l'unica provincia italiana stante in tre bacini alpini fluviali principali diversi: Val di Lei (comune di Piuro) con il suo Reno di Lei che manda le sue acque nel Mar del Nord in Olanda (pressi di Rotterdam) tramite il Reno Posteriore e poi il Reno vero e proprio; il fiume principale della provincia, l'Adda, che forma la Valtellina, cui acque sfociano nel Mar Adriatico mediante il Po, e il torrente Aqua Granda e altri minori che, mediante il lago artificiale denominato Livigno, si scaricano nel fiume Inn in territorio elvetico per poi unirsi al Danubio nell'Austria settentrionale (le acque della conca di Livigno sono dunque danubiane e pertanto finiscono nel Mar Nero nel nord est della Romania). Dei quattro bacini alpini grandi infatti manca solo quello del fiume Rodano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Importante canale europeo, la provincia di Sondrio è stata per secoli la più veloce via di collegamento tra Europa centrale e penisola italiana, perciò fu oggetto di continue mire espansionistiche da parte dei popoli confinanti.

Sita nella zona che i Romani chiamavano Gallia cisalpina, fu abitata in età antica da popolazioni celto-liguri (leponzi) e retiche (camuni), romanizzate dopo l'avvento della dominazione romana.

Dopo la fine della dominazione romana con lo sgretolarsi dell'impero, passò sotto la dominazione dei Longobardi e poi dei Franchi. Gli imperatori assegnarono il territorio provinciale ai vescovi della Diocesi di Como, a cui tuttora appartiene.

Nel XIV secolo il territorio occidentale fu sotto il dominio dei Visconti e poi degli Sforza del ducato di Milano mentre quello orientale costituiva il limite estremo della Serenissima.

Nel 1512 passò al dominio del Canton Grigioni durante il quale si verificò nel 1620 il Sacro Macello in cui furono uccisi 400 protestanti (in maggioranza lo erano i grigionesi). Gian Giacomo Robustelli, capo della rivolta, dichiarò l'indipendenza della Valtellina. La Valchiavenna, che aveva traffici commerciali coi dominanti, non vi prese parte. La sanguinosa insurrezione dei cattolici contro i protestanti fu fomentata dalla Spagna (la quale aveva il ducato di Milano) e dai nobili valtellinesi esautorati dai nobili grigionesi. Ci fu un ventennio di sospensione del dominio grigionese fino al 1639 col Capitolato di Milano.

Nel 1797 cessò il dominio dei Grigioni quando Napoleone Bonaparte annesse la provincia alla Repubblica Cisalpina col nome di Dipartimento dell'Adda (che dal 1805 comprendeva l'intero territorio della provincia come costituito oggi).

Sconfitto Napoleone passò in mano agli austriaci che l'annessero al Regno Lombardo-Veneto.

Nel 1861 entrò a far parte del Regno d'Italia.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma della Provincia di Sondrio è stato concesso con regio decreto del 5 agosto 1923.

«Inquartato: al primo spaccato d'argento e di rosso, al castello di pietra, aperto e finestrato di nero, merlato alla ghibellina, sormontato dall'aquila coronata, al volo abbassato, di nero, il tutto sulla partizione; al secondo di rosso, alla croce d'argento; al terzo di rosso, a due chiavi d'argento, decussate, coll'ingegno in alto volto all'esterno, legate con catenella d'argento, e accantonate in alto dall'aquila coronata, di nero; al quarto di rosso, alle due chiavi d’argento decussate, coll'ingegno in alto e con una spada pure d'argento, all'elsa d’oro, posta in palo, con la punta in alto, in mezzo al campo; sul tutto partito d'azzurro e d’argento, alle due spade decussate, di argento, all'elsa d'oro, accompagnate da due rami di palma, di verde, decussati, il tutto sormontato da un giglio d'oro, sulla partizione. Lo scudo sarà sormontato della corona stabilita per le Provincie.»

Lo stemma della Provincia riunisce gli emblemi dei comuni capoluogo degli antichi Terzieri della Valtellina: Sondrio, Morbegno e Tirano e dei contadi di Bormio e Chiavenna. Lo stemma di Bormio (croce d'argento in campo rosso) risale agli antichi legami con la città di Como. Lo stemma di Tirano, un castello a tre torri sovrastato dall'aquila imperiale è lo stemma dei Visconti Venosta, la nobile famiglia tiranese legata indissolubilmente alla storia della città, e adiottata come emblema comunale nel XIX sec. in sostituzione del tradizionale simbolo costituito dall'immagine san Martino, patrono della parrocchia, che taglia il mantello con la spada per donarne la metà ad un povero. Lo stemma di Morbegno, nella parte inferiore dello scudo, va ricondotto agli apostoli Pietro e Paolo, patroni del Comune, i cui attributi sono le chiavi e la spada. Stessa origine per lo stemma del comune di Chiavenna (nel quarto punto) le cui chiavi incrociate hanno un significato religioso poiché anticamente le riunioni del consiglio comunale si tenevano nella chiesa di San Pietro; l'aggiunta successiva dell'aquila potrebbe riferirsi al passaggio dell'imperatore Federico Barbarossa per l'antico contado.

Al centro dello scudo, lo stemma del capoluogo dove le spade incrociate e le palme sono un riferimento ai patroni, i santi Gervasio e Protasio, soldati e martiri. Il giglio d'oro deriverebbe invece dai Capitani castellani di Masegra.[4]

Territori Storici della Provincia di Sondrio

Il gonfalone della Provincia di Sondrio è costituito da un drappo di bianco.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

La Provincia di Sondrio è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignita il 16 marzo 1987 della medaglia d'argento al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[5]:

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Posta su un territorio di confine interamente montano, costituito dalle valli dell’Adda (Valtellina) e del Mera (Valchiavenna), la provincia di Sondrio, trovatasi al momento dell’armistizio stremata nella sua fragile economia di sussistenza, a base prevalentemente piccolo – contadina, e umanamente colpita negli affetti per i Caduti su tutti i fronti, diede luogo a una lotta di resistenza attiva, tenace, coraggiosa. Fra l’autunno 1943 e la primavera 1944 si vennero costituendo le formazioni partigiane "Garibaldi" e "Giustizia e Libertà", nelle quali accorsero numerosi valligiani, reduci dai fronti, e giovanissimi, insieme con elementi antifascisti provenienti dall’estero. Attestate sui fianchi retici, orobici e lepontini e nelle valli laterali, esse svilupparono una condotta molto aggressiva di disturbo con numerosi colpi di mano e con azioni dirette a bloccare le forze nazifasciste in un ruolo difensivo. Le popolazioni, senza la cui solidarietà fattiva e costante non sarebbe stata possibile la lotta partigiana in un tessuto di villaggi e casolari disseminati su tutte le aree di dislocamento delle formazioni, pagarono duramente la consapevole connivenza e partecipazione, con repressioni e ritorsioni terroristiche, come testimoniano i casi più drammatici di Buglio in Monte, Sernio, Campo Tartano, Mello, Vervio, Triasso (Sondrio), Uzza (Valfurva), Boirolo (Tresivio), dove la furia vendicativa si manifestò con incendi e fucilazioni. I centoquaranta caduti partigiani, i quarantotto caduti civili e i centoquarantaquattro mutilati, invalidi e feriti convalidano ed esaltano il contributo corale della gente valtellinese e valchiavennasca, degne protagoniste del Secondo Risorgimento italiano. Territorio della provincia di Sondrio, 8 settembre 1943 – 25 aprile 1945»
— 16 marzo 1987

Inoltre, con decreto 18 novembre 1987 il Presidente della Repubblica ha disposto il conferimento della Medaglia d'argento al valor civile al Gonfalone della provincia di Sondrio in seguito al nubifragio avvenuto tra il 18 e il 28 luglio 1987 [senza fonte]:

Medaglia d'argento al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Quale solenne riconoscimento alle popolazioni della provincia di Sondrio per l'esemplare prova, data dal luglio al settembre 1987, di unitaria compostezza civica, di sereno coraggio, di spirito di sacrificio con i quali, sopportando disagi, danni, lutti, perseveravano con tenace impegno a secondare l'imponente sforzo delle autorità nazionali, regionali, locali e delle strutture di pronto intervento, di protezione civile e di tecnici per fronteggiare con successo una difficilissima congiuntura. Provincia di Sondrio, luglio - settembre 1987»
— 18 novembre 1987

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[6]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo le statistiche ISTAT[7] al 31 dicembre 2017 la popolazione straniera residente nella provincia era di 9 704 persone, pari al 5,35% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:[7]

In termini assoluti, i comuni con il maggior numero di residenti stranieri sono Sondrio (1 963 abitanti), Morbegno (778) e Livigno (573), mentre in percentuale Delebio è il comune con più residenti stranieri (il 17,1%).

Qualità della vita[modifica | modifica wikitesto]

La provincia di Sondrio è risultata quattordicesima nella classifica costruita da Sole24Ore sulla qualità della vita nelle province italiane del 2014[8].

Comuni[modifica | modifica wikitesto]

Appartengono alla provincia di Sondrio i seguenti 77 comuni:

Comuni più popolosi[modifica | modifica wikitesto]

Gonfalone provinciale

Di seguito è riportata la lista dei dieci comuni della provincia di Sondrio più popolati (dati: Istat al 31 agosto 2022):

Posizione Stemma Comune Popolazione
(ab)
Superficie
(km²)
Densità
(ab/km²)
Altitudine
(m s.l.m.)
Sondrio 21 038 20,88 1008 286
Morbegno 12 204 14,82 823 262
Tirano 8 794 32,37 272 441
Chiavenna 7 144 10,77 663 333
Livigno 6 899 227,30 30 1816
Cosio Valtellino 5 473 23,99 228 231
Talamona 4 600 21,05 219 285
Teglio 4 448 115,32 39 900
Grosio 4 335 126,92 34 656
10ª Valdidentro 4 138 226,73 18 1350

I vigneti[modifica | modifica wikitesto]

Per la città di Sondrio e per tutta la provincia una voce vitale nell'economia e nella tradizione culturale è la coltivazione della vite da cui si ottengono diverse varietà vinicole molto rinomate, le cui principali sono Maroggia, Grumello, Inferno (cantato anche dal poeta Eugenio Montale), Sassella e Valgella.

Per poter coltivare la vite nei difficili territori montuosi i contadini dovettero strappare, tramite l'uso dei terrazzamenti costruiti con muretti a secco, metro su metro a rocce e territori boschivi.

I terrazzamenti costruiti nel corso dei secoli rappresentano un brillante esempio di ingegneria rurale e un interessante esempio di trasformazione del territorio da parte dell'uomo, che cerca di sfruttare al meglio un territorio e un clima certo non favorevole all'agricoltura.

Culturalmente la coltivazione della vite rappresenta tuttora un punto focale nel mantenimento delle tradizioni popolari, ancora molto radicate soprattutto nei paesi.

Amministrazioni[modifica | modifica wikitesto]

Presidenti del Consiglio Provinciale dal 1860 al 1923[modifica | modifica wikitesto]

Presidenti della Deputazione Provinciale dal 1860 al 1923[modifica | modifica wikitesto]

Presidenti della Commissione Reale per l'amministrazione straordinaria della Provincia dal 1924 al 1929[modifica | modifica wikitesto]

Presidenti del Rettorato Provinciale dal 1929 al 1945[modifica | modifica wikitesto]

Presidenti della Deputazione provinciale dal 1945 al 1951[modifica | modifica wikitesto]

Presidenti della Provincia di Sondrio dal 1951 a oggi[modifica | modifica wikitesto]

Il Presidente della Provincia in carica è Davide Menegola, Sindaco di Talamona.
Periodo Presidente Partito Carica Note
1951 1964 Michele Melazzini Presidente
1965 1970 Arturo Schena Presidente
1970 1975 Giorgio Scaramellini Presidente
1975 1980 Luigi Dassogno Presidente
1980 1990 Roberto Marchini Presidente
1990 1993 Tito Bottà Presidente
1993 1995 Sergio Pasina Presidente
1995 1999 Enrico Dioli Presidente
1999 2004 Eugenio Tarabini Lista civica Presidente
2004 2009 Fiorello Provera Lega Nord Presidente
2009 2014 Massimo Sertori Lega Nord Presidente
2014 2018 Luca Della Bitta Forza Italia Presidente
2018 2023 Elio Moretti Lista civica Presidente
2023 in carica Davide Menegola Lista civica Presidente

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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